Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 8 n. 4

luglio-agosto 1996

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















1896-1996
CENTENARIO
SRILA PRABHUPADA

Un evento celebrato in tutto il Mondo

In ricordo di A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
il Maestro Spirituale che ha portato il messaggio della Coscienza di Krsna in Occidente

Un'occasione importante per conoscere e vivere
gli insegnamenti di Srila Prabhupada.










La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
A. D'Ambrosio  Ali Krsna devi dasi

REDAZIONE:
Sitarani devi dasi

COLLABORATORI:
Lila Rasa devi dasi, Rasika devi dasi, Pancaratra dasa, Saiva devi dasi, Nikunja Vasini devi dasi, Virabhadra dasa, Dott. Giuseppe Scala.

AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI E INFORMAZIONI:
Dananistha devi dasi

Per informazioni sugli abbonamenti contattate la B.B.T. Italia - Ufficio Abbonamenti  Strada Bonazza, 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)  Tel. (055)8076414 - Fax (055)8076630.

PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; â si pronuncia a lunga e aperta; î si pronuncia i lunga; û si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".

NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

© Bhaktivedanta Book Trust  Tutti i diritti riservati

RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89

Vol. 8 N. 4 - luglio-agosto 1996

Fotolito: Fotolitografie Fiorentine, Dicomano, FI

Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.










DEDICARE I PENSIERI A KRSNA
Una lezione di Srila Prabhupada

IL VALORE DELL'EDUCAZIONE
Dare il giusto peso all'educazione morale

I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
In principio era il verbo

TIRUKALUKUNDRAM
Il Tempio delle aquile

SRIMAD BHAGAVATAM

La creazione: Primo Canto, Capitolo 8.


ALIMENTAZIONE VEGETARIANA
Cucinare con Arte

SCIENZA E SCIENZA
Mitologia razionale (Quarta e ultima parte)

IL MAHABHARATA
Continua il grande racconto epico

LA FESTA DELLA DOMENICA















DEDICARE I PENSIERI A KRSNA

Esiste un solo modo sicuro per controllare i desideri della mente

Tratto da una conferenza tenuta a Bombay il 4 Gennaio 1975
da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
FondatoreAcarya della Società Internazionale per la Coscienza di Krsna



(Continua dal numero precedente)

Krsna dice nella Gita: "Mio caro Arjuna, Io, tu e tutti i soldati e i re riuniti su questo campo di battaglia eravamo individui nel passato, siamo esseri individuali ora, e continueremo a rimanere esseri individuali". Dov'è quindi quest'uniformità? Nel passato, nel presente e nel futuro c'è individualità.
Reprimere l'individualità è un'aberrazione. E' chiamato suicidio spirituale. Se una persona è delusa e si taglia la gola o si impicca o si avvelena, significa forse che è finita? Mettendo fine al corpo mette fine a se stessa? No, non è possibile. Una persona che pensa ciò è un mascalzone perché non sa che: na hanyate hanyamane sarire: "L'anima non è distrutta quando il corpo è distrutto". Il risultato del suo suicidio è quello di diventare un fantasma perché ha violato le leggi della natura. Questa sarà la sua vita. Chi commette suicidio diventa un fantasma. Non prende un corpo materiale ma rimane nel corpo sottile fatto di mente e di intelligenza.
Infatti un fantasma può andare ovunque molto velocemente perché è nella mente. La velocità della mente è molto rapida. Con un corpo grossolano non è possibile percorrere cento chilometri in un baleno. Ma nel corpo mentale è possibile fare mille chilometri in un secondo. Per questo gli spiriti possono fare cose meravigliose, ma non sono felici perché non hanno il corpo materiale. Vogliono godere. Il fantasma è un materialista. Ha commesso un suicidio a causa dei desideri materiali. Non ha potuto esaudire i suoi desideri nel suo corpo perciò si è suicidato. Ma poiché il desiderio è ancora nella sua mente e non può essere appagato allora il fantasma rimane confuso. Per questo talvolta i fantasmi creano disturbi. I desideri non hanno fine! Kamasambhavah. Perciò la cosa migliore è che tu fissi la mente su Krsna, in coscienza di Krsna. Allora, con la mente sempre impegnata su ciò che riguarda Krsna, facendo piani su come soddisfare Krsna, sarai felice.
Questa è intelligenza. Krsna vuole che tutti si abbandonino a Lui. Quando Krsna dice: sarvadharman parityajya mam ekam saranam vraja, non parla solo ad Arjuna. Parla a tutti. Questo è il desiderio di Krsna, e se vuoi servire Krsna esaudendo il Suo desiderio, significa che devi chiedere a tutti di abbandonarsi a Krsna, di esaudire il Suo desiderio. Significa che devi invitare tutti ad abbandonarsi a Krsna. Questa è predica e questo è ciò che Krsna desidera. Lo ha dichiarato Lui stesso.
Il tuo compito è soddisfare Krsna. Perché non lo fai? Perché aspiri a mukti, siddhi e bhukti, cioè alla liberazione, alla perfezione mistica e al godimento materiale?
Chiunque esegua attività pie, acquisisce punya e andrà sui pianeti celesti. Questa è gratificazione dei sensi. Nei pianeti celesti potrai vivere migliaia di anni, milioni di anni e avrai l'associazione delle apsara le danzatrici celesti, un tenore di vita molto buono, e via di seguito. Questi sono tutti agi personali, bhukti. Andare sui pianeti celesti significa acquisire uno stile di vita milioni di volte superiore a quello su questo pianeta. Questo pianeta è Bhurloka. Man mano che sali arrivi a Bhuvarloka, Svarloka, Janaloka, Maharloka, Tapoloka, Brahmaloka, moltissimi loka o pianeti. Urdhvam gacchanti sattvasthah: aumentando l'influenza della virtù, gradualmente avanzerai verso una situazione sempre più confortevole.
Se vai a Siddhaloka, diventerai subito uno yogi perfetto. Gli yogi cercano di acquisire dei poteri materiali, o siddhi. Per esempio, se una persona acquisisce prapti-siddhi, qualunque cosa desideri può averla subito. E la gente andrà da lui pensando: "Oh ecco Dio! Ha creato dei rasagulla, dei dolci". (Risata)
Uno yogi a Benares era solito far apparire due rasagulla in un recipiente ogni volta che qualcuno andava a trovarlo. Perfino grandi personalità rimanevano stupite: "Oh, ecco Dio!" Loro non chiedevano: "Quanto costano i rasagulla?" Diciamo quattro centesimi? Quindi per una destrezza da quattro centesimi si diventa Dio. Questa mascalzonata sta prendendo piede. E' sufficiente un'abilità da quattro centesimi, da otto centesimi o da quattrocento, se si è capaci di fare dei giochi di prestigio, allora si diventa Dio. Questa è follia!
Perciò Krsna dice che questo tipo di pratica yoga è soltanto un imbroglio. Krsna descrive lo yogi di prim'ordine: yoginam api sarvesam madgatenantaratmana. Chi pensa sempre a Krsna recitando "Hare Krsna, Hare Krsna" è uno yogi di prim'ordine. Prestate ascolto ai devoti. Alcune persone sciocche sono ingannate dagli yogi prestigiatori e lo yogi acquisisce una posizione materiale. Ma ci sono diversi modi di ottenere posizioni materiali. Anche un politico può attrarre molti milioni di persone che vanno ad ascoltarlo. Ma che beneficio si trae da un tale ascolto? Prima di tutto dobbiamo vedere qual è il beneficio.
Sravanam kirtanam visnoh. Se sei interessato ad ascoltare conferenze, allora gli sastra dicono: "Ascolta argomenti su Visnu" non su un mascalzone qualunque. Ascolta da un vaisnava, da un devoto del Signore. Allora avrai dei benefici, altrimenti no. Avaisnavo gurur na syat. Questa è l'ingiunzione degli sastra. Chi è avaisnava, un non vaisnava, non può diventare guru.
Satkarmanipuno vipro mantra-tantravisaradah. Un brahmana può diventare molto esperto in sat-karma, nei sei doveri occupazionali: pathana, pathana, yajana, yajana, dana e pratigraha. Pathana significa che un brahmana deve essere uno studioso molto, molto esperto nella lettura dei testi vedici. Pathana significa che deve insegnare agli altri la letteratura vedica.
Prima era usanza che i brahmana non lavorassero alle dipendenze di nessuno. Si stabilivano in un posto qualunque e aprivano una scuola per insegnare la letteratura vedica. E gli studenti andavano di porta in porta mendicando: "Madre, dammi qualcosa". Quello che portavano veniva cucinato e poi offerto a Krsna ed il prasadam veniva diviso tra di loro. Questo era il metodo tradizionale dell'istruzione: non quello di pagare una retta o di dare una bustarella per entrare in una scuola e poi ricevere un'istruzione da mascalzoni. No, l'istruzione dev'essere di prim'ordine, senza alcun pagamento, e condotta da anime realizzate. Questo era il sistema scolastico varnasrama-dharma.
Quindi dobbiamo cercare un guru così, un vaisnava. Gli sastra dicono: satkarmanipuno vipro mantratantravisaradah. Il brahmana non deve essere esperto solo nei sei doveri occupazionali ma anche nel mantratantravisaradah. Deve conoscere i mantra vedici e i tantra (canti e riti) in maniera perfetta. Avaisnavo gurur na syat: "Ma se è un avaisnava, non può essere un guru". Un avaisnava non crede in Visnu, Dio, la Persona Suprema, oppure crede che personalità come Siva o Brahma, i migliori tra gli esseri celesti, siano uguali a Visnu. Per esempio, Ravana era uno studioso molto preparato, era figlio di un brahmana e vantava un'economia fiorente. Il suo unico errore fu quello di essere un avaisnava: non aveva interesse per Sri Rama. Per questo è definito un raksasa, un ateo incivile.
Chi non è devoto di Visnu, Dio, la Persona Suprema, non può diventare un guru. Non è possibile. E vaisnavah' svapaco guruh. Sva-paca significa: i mangiatori di cani, i candala, i più degradati fra gli uomini. Candalo 'pi dvijasrestho haribhaktiparayanah. Se in un modo o nell'altro una persona è diventata un vaisnava, allora può diventare un guru. Ma il brahmana esperto che non è vaisnava non può diventarlo.
Krsna dice: "Chiunque prenda rifugio in Me, anche se appartiene al papayoni oppure ai candala, è qualificato per ritornare a casa, tornare da Krsna".
Non importa se un vaisnava sia nato in una famiglia degradata, una famiglia non brahmana. Tale considerazione è narakibuddhi, demoniaca. Sri Sanatana Gosvami dice: "Se un avaisnava, un mayavadi, parla del Bhagavatam o della Bhagavad-gita, non bisogna ascoltare le sue parole. Bisogna evitarlo perché crea dei malintesi". Caitanya Mahaprabhu lo ha vietato severamente: mayavadibhasya sunile haya sarvanasa "Se si ascolta la Bhagavad-gita o lo Srimad-Bhagavatam da un mayavadi impersonalista, allora si verrà condannati". Perciò, tadvijnanartham sa gurum evabhigacchet: bisogna avvicinare un vaisnava ed accettarlo come guru, ricevere insegnamenti da lui al fine di rendere la propria vita un pieno successo.















IL VALORE DELL'EDUCAZIONE

Un sondaggio ha provato che i figli illegittimi e i bambini provenienti da famiglie
spezzate hanno un tasso superiore di povertà, di ritiro dalla scuola,
di problemi psicologici e di problemi comportamentali. Questi bambini
da grandi saranno più inclini all'uso di alcool e di stupefacenti

di Urmila Devi Dasi

Nel diciannovesimo secolo, il fondatore della Sunday School in America, H. Clay Trumbull ricorda che la sera, prima di addormentarsi chiamava suo padre:
"Sei qui papà?"
"Sì figlio mio."
"Veglierai su di me questa notte, vero papà?"
"Sì figlio mio, veglierò su di te."

In Hints on Child Training H.C. Trumbull scrive:
"Una faccenda da poco per il padre affettuoso, ma una cosa importante per il bambino sensibile. Questo servì a forgiare la vita del figlio (...) e ad aprire la strada per una chiara comprensione della sua dipendenza dal Padre Supremo. E adesso, quando quel figlio, a sua volta padre e nonno, la sera si sdraia per dormire, è abituato, dal ricordo di quella lezione di tanto tempo fa, a guardare attraverso le ombre del suo giaciglio terreno nella luce lontana della presenza di suo Padre, nello stesso spirito di fiducia e di impotenza di una volta: Padre, veglierai su di me questa notte, non è vero?"
Dubitiamo che Trumbull, nel 1890 quando scrisse queste parole, immaginasse che oggi più della metà dei bambini occidentali non hanno un padre da chiamare. Quando Srila Prabhupada ci diceva che noi dovremmo chiamare Krsna come un bambino chiama la mamma, certo non immaginava una società nella quale la madre non è disponibile.
Srila Prabhupada sapeva dove la società fosse diretta per questo, talvolta, parlò delle famiglie distrutte. Sapeva che quando il divorzio e l'illegittimità fanno a pezzi l'universo di un bambino, questi troverà difficoltà a formarsi una vita materiale normale, che dire di una trascendentale.
Come possiamo crescere dei bambini che una volta adulti rimangano fuori dalla moderna cultura del divorzio, dei matrimoni multipli e dell'illegittimità? Diamo un'occhiata a qualcuna delle ragioni che causano la rottura delle famiglie e poi cerchiamo di aiutare i bambini a farcela.

Prima di tutto vediamo che la cultura occidentale moderna fallisce nell'insegnare ai ragazzi il senso di responsabilità. Abitualmente, i ragazzi hanno rapporti sessuali con più donne possibili, lasciandone alcune incinte per poi negare di essere i padri di quei bambini. E' più facile che gli uomini divorziati paghino la rata della macchina piuttosto che quella per il mantenimento dei loro bambini.

"Ci sono pochi mariti qualificati,"
spiega Srila Prabhupada, "perché
voi (in occidente) non insegnate ai
ragazzi a migliorare le proprie qualità, voi li educate ad essere dissoluti. Se invece li educherete ad essere dei brahmacari (studenti celibi) in seguito diventeranno dei mariti responsabili. Entrambi, ragazzi e ragazze, dovrebbero essere educati in questo modo. Se date loro troppa libertà durante la giovinezza saranno sviati e rovinati." (Parigi, 3 Agosto, 1976)

L'educazione da brahmacari che Srila Prabhupada voleva che noi impartissimo ai nostri figli implica austerità fisica, obbedienza all'insegnante e al maestro spirituale e, in generale, ad avere ogni pensiero, parola e azione in armonia con i desideri di Sri Krsna. La vita da brahmacari è particolarmente preziosa tra i dieci e i sedici anni, quando il ragazzo è in età per studiare filosofia e per vivere seguendo un regime di vita adeguato.
Oltre all'irresponsabilità, un'ulteriore causa di divorzio e di figli indesiderati è la convinzione che il sesso serva a procurare piacere e non bambini. I nostri bambini si formano questa convinzione soprattutto quando entrano nell'adolescenza. I media sono colpevoli perché mostrano comportamenti promiscui, ma non è meno colpevole la scuola dove, in nome della cosiddetta "educazione sessuale", ai bambini viene insegnato a preoccuparsi del proprio piacere fisico prima di ogni altra cosa. I nostri bambini potrebbero anche soffrire a causa di una cattiva associazione con quegli amici che potrebbero prenderli in giro perché hanno una morale fuori moda.
Infine i nostri bambini ricevono un messaggio potente a seconda di come i genitori e gli insegnanti parlano del sesso e come indirizzano l'energia sessuale nelle loro vite. I nostri bambini hanno bisogno di apprendere che il sesso è sacro perché è inteso solamente a servire Krsna. Senza questa comprensione spirituale è facile vedere il matrimonio come un gioco. Quindi i nostri bambini devono imparare come Srila Prabhupada scrive nello SrimadBhagavatam (3,14,20) che: "Il matrimonio è un dovere compiuto in mutua cooperazione per l'avanzamento spirituale com'è indicato nelle scritture autorizzate". La gente oggi potrebbe accettare l'idea di educare i bambini a vedere il matrimonio come un dovere, ma il dovere, scrive Srila Prabhupada, porta con sé l'ideale di vita matrimoniale basata su uno scambio di servizio e di amore. (Srimad-Bhagavatam 3.23.1, spiegazione).
Questo tipo di amore coniugale così ligio al dovere si rafforzerà col tempo, come mostra la vita di molte coppie nella letteratura vedica. Noi educhiamo i nostri bambini ad amare il dovere attraverso il brahmacaryato e il nostro esempio. Stiamo facendo la cosa giusta anche quando questo implica sacrificio personale e non cambieremo le regole per adattarle a regimi di vita egoisti e temporanei.
Il cattivo esempio contribuisce alla rottura delle famiglie. I capi di oggi parlano apertamente dei loro adulteri. Gli "eroi" occidentali, e sempre di più anche quelli orientali, sono famosi per i loro innumerevoli matrimoni e divorzi.
Ma noi genitori, insegnanti e amici adulti possiamo influire tanto quanto qualsiasi "eroe" nella formazione della personalità del bambino. Alcune comunità stabiliscono un buon esempio, ma il divorzio è ormai diffuso anche tra coloro che per cultura, preparazione ed educazione dovrebbero essere consapevoli delle conseguenze.
Per dare un buon esempio ai nostri bambini dovremmo evitare cattive compagnie.
Così quando vediamo che il nostro esempio si allontana da ciò che vogliamo insegnare, dobbiamo chiederci onestamente se il fatto di stare in compagnia di materialisti ci può spingere ad agire contro il desiderio di Krsna e contro il nostro vero interesse.
Ma ci sono ancora altri aspetti da prendere in considerazione. Srila Prabhupada ha puntualizzato che un'altra causa del divorzio è la mancanza di attenzione nella scelta del compagno da sposare. Un modo per aiutare i nostri ragazzi nella scelta del marito o della moglie è quello di non esporli al sistema degli appuntamenti. Le ragazze non dovrebbero trasformarsi in mercanzia e vendere se stesse attraverso campioni gratuiti. Il confronto astrologico e un esame delle loro caratteristiche possono sicuramente aiutare. E poi certamente i desideri del ragazzo e della ragazza dovrebbero essere tenuti in considerazione; non dovremmo forzare i nostri ragazzi a seguire la nostra scelta.
Ma matrimonio compatibile significa che non ci saranno disaccordi? Certamente no. Quindi per preparare i ragazzi ad un matrimonio che duri tutta la vita dobbiamo insegnare loro a tollerare gli innumerevoli problemi che sorgeranno tra marito e moglie. I nostri figli dovrebbero imparare da bambini a capire che qualsiasi cosa succede fa parte della volontà di Dio e gli apparenti problemi sono mandati dal destino e devono essere tollerati. Questo non significa tuttavia che dovremmo perdonare gli abusi. Se ci sono dei problemi gravi chiederemo l'intervento della comunità.
Ma quando nel matrimonio sorgono delle difficoltà ordinarie i nostri ragazzi dovrebbero naturalmente pensare: "Krsna sta cercando di insegnarmi qualcosa attraverso mio marito o mia moglie e se questa lezione è dolorosa io so che questo dolore è la reazione alle mie azioni passate. Io non posso cambiarla cambiando compagno."
Infine i nostri ragazzi devono conoscere le conseguenze che il divorzio e l'illegittimità possono avere sui loro figli. I figli illegittimi e i bambini che provengono da famiglie distrutte comportano un tasso superiore di povertà, di ritiro dalla scuola, di problemi psicologici e di problemi comportamentali. Questi bambini sono più inclini all'attività sessuale illecita, all'uso di droga e di alcolici. E' questo che i nostri ragazzi vorrebbero per i loro figli?
Quando i nostri ragazzi capiranno le conseguenze che i loro figli e la società subiranno, diventeranno più sobri nel dedicarsi ai doveri matrimoniali, anche in quegli inevitabili momenti in cui la loro felicità sembra attraversare un momento di stasi.
Il mondo moderno è pieno di litigi, di famiglie distrutte, di divorzi e di figli illegittimi. Diamo ai nostri figli un esempio di rettitudine, fedeltà e dovere.
Urmila Devi Dasi fu iniziata da Srila Prabhupada nel 1973 e si occupa di educazione nel movimento per la coscienza di Krsna dal 1983. Vive col marito e i loro tre bambini nella comunità di Hillsborough, dove dirige una scuola per bambini dai cinque ai diciotto anni di età.















CALENDARIO VAISNAVA

Quest'anno nel calendario vedico si inserisce, nel mese di Vamana (216 Giugno/1630 Luglio), il mese di Purusottama (17 Giugno  15 Luglio). Questo mese permette al calendario vedico di rimanere sincronizzato con gli eventi del calendario solare. Quindi il mese di Luglio comincerà con il mese di Purusottama e poi riprenderà con il mese di Vamana.



MESE DI PURUSOTTAMA

17 Giugno  15 Luglio

LUGLIO

11 Luglio, giovedì: Parama Ekadasi. Digiuno di legumi e cereali.

12 Luglio, venerdì: Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 05,44 alle 10,49 (ora legale).



MESE DI VAMANA

1630 Luglio

16 Luglio, martedì: Si celebra il Gundicamarjana, ovvero la festa della pulizia del tempio del Signore Jagannatha.

17 Luglio, mercoledì: Si celebra il Ratha Yatra del Signore Jagannatha a Puri.

27 Luglio, sabato: Padma Ekadasi. Digiuno di legumi e cereali.

28 Luglio, domenica: Dvadasi. Si interrompe il digiuno dalle 06,00 alle 10,54 (ora legale) 30 Luglio, martedì, Luna piena. Si commemora la scomparsa di Srila Sanatana Gosvami.



INIZIA IL PRIMO MESE DI CATURMASYA
(si osserva il digiuno di spinaci e di tutti i vegetali a foglia verde).



MESE DI SRIDHARA

31 Luglio  28 Agosto



AGOSTO

9 Agosto, venerdì. Kamika Ekadasi. Digiuno di legumi e cereali.

10 Agosto, sabato. Dvadasi. Il digiuno si interrompe dalle 06,41 alle 10,58 (ora legale).

25 Agosto, lunedì. Putrada Ekadasi. Digiuno di legumi e di cereali.
Inizio del Jhulan yatra di Radha-Govinda.

26 Agosto, martedì. Dvadasi. Il digiuno si interrompe dalle 06,32 alle 06,43 (ora legale). Si commemora la scomparsa di Srila Rupa Gosvami.

28 Agosto, mercoledì. Luna piena. Termina il Jhulan ystra di RadhaGovinda. Si celebra l'apparizione di Sri Balarama. (Digiuno fino a mezzogiorno).



INIZIA IL SECONDO MESE DI CATURMASYA (si osserva il digiuno di yogurt).







APPARIZIONE DI SRI BALARAMA

28 Agosto

Kamsa, dopo aver udito dal cielo che l'ottavo figlio di sua sorella Devaki lo avrebbe ucciso imprigionò Devaki e suo marito Vasudeva uccidendo tutti i figli che da loro nascevano.
Devaki aspettava il settimo figlio quando nel suo grembo apparve Ananta, l'emanazione plenaria di Krsna. Devaki fu sommersa dalla gioia e dalla tristezza insieme. Era felice perché Sri Visnu era apparso nel suo grembo e triste perché sapeva che appena il bambino avesse visto la luce Kamsa l'avrebbe fatto uccidere. Allora Sri Krsna, mosso a compassione, ordinò a Yogamaya, la Sua potenza interna, di apparire a Vrndavana, dove, nella casa del re Nanda e della regina Yasoda, viveva in esilio Rohini, una delle spose di Vasudeva. Il Signore informò Yogamaya: "Devaki e Vasudeva sono prigionieri di Kamsa e Sesa, la Mia emanazione plenaria si trova ora nel grembo di Devaki. Fa che Sesa sia trasferito dal suo grembo a quello di Rohini".
Ananta Sesa sarà conosciuto col nome di Sankarsana e sarà la fonte di ogni potenza spirituale, o bala, grazie alla quale si potrà accedere alla felicità più alta, ramana. Così dopo la Sua apparizione, l'emanazione plenaria Ananta sarà conosciuta anche col nome di Balarama. Quindi, Yogamaya trasferì Balarama dal grembo di Devaki a quello di Rohini, le quali trovandosi entrambe sotto il suo influsso, o yoganidra, non si accorsero di nulla. Si credette che la gravidanza di Devaki fosse finita in un aborto. Così, sebbene apparso dapprima come figlio di Devaki, Balarama fu trasferito nel grembo di Rohini e tutti Lo credettero suo figlio.















I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

Il principio era il verbo: i Veda

Continuiamo la conversazione che si svolse a Parigi il 15 giugno 1974 tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami, due sacerdoti e due studiosi cristiani.



Srila Prabhupada: Quali discrepanze hai trovato?
Padre Fransad: Per esempio, in quello stesso verso e capitolo la Bibbia dice inoltre che il verbo di Dio divenne persona e questa persona era il Figlio di Dio, il Signore Gesù Cristo.
Srila Prabhupada: Ciò significa soltanto che, sebbene Gesù Cristo fosse apparso nel mondo materiale, era in realtà trascendentale. Egli non appartiene al mondo materiale.
Padre Fransad: Ma noi pensiamo che il Signore Gesù Cristo fosse un essere umano. Era spirituale, ma faceva anche parte del mondo materiale.
Srila Prabhupada: No. semmai, è il mondo materiale ad essere parte di Gesù Cristo e non è Gesù parte del mondo materiale.
Padre Fransad: Non siamo d'accordo. Gesù aveva un corpo umano, un corpo materiale.
Srila Prabhupada: Quel corpo appare umano, ma Gesù non aveva carne e sangue materiali. Se Gesù avesse avuto un corpo materiale, allora come avrebbe manifestato la sua resurrezione?
Padre Fransad: Ebbene, riteniamo che Dio possa creare una gloriosa resurrezione del corpo materiale di chiunque grazie al Suo potere inconcepibile.
Srila Prabhupada: Questo non è il punto. Perché quei furfanti che volevano Gesù Cristo morto, pensavano di poterlo veramente uccidere? Perché anche loro credevano: 'Gesù ha un corpo materiale'. Quindi Gesù li confuse ancora di più in modo da rendere ancora più manifesta la loro mascalzonaggine. Loro continuavano a pensare che Gesù avesse ceduto alla morte per mano loro e che lui avesse un corpo materiale.
Madame Siaude: Gesù li aveva confusi?
Srila Prabhupada: Sì, e li confuse ancora più dicendo: 'Va bene, se volete continuate a pensare in questo modo'. Questa fu la loro punizione. Loro rimasero nelle tenebre dell'ignoranza pensando: 'Gesù aveva un corpo materiale'.
Padre Fransad: Rispettiamo la tua spiegazione ma noi ne abbiamo un'altra.
Srila Prabhupada: Ma per dare spiegazioni dobbiamo basarci sulla ragione sull'evidenza. Non si possono dare spiegazioni a piacimento. Se Gesù Cristo è il figlio di Dio, ciò significa che ha un corpo spirituale.
Madame Siaude: Sì, accettiamo che Gesù abbia un corpo spirituale, ma diciamo che egli assume anche un corpo materiale.
Srila Prabhupada: No. E c'è un'altra cosa. Voi accettate Gesù Cristo come l'unico figlio di Dio. Non è così? Eppure quando pregate in chiesa vi rivolgete a Dio come 'Padre nostro'. Allora perché dite che Gesù Cristo è il solo figlio di Dio quando nelle vostre preghiere dite che tutti sono figli di Dio? Se volete che io mi rivolga a Dio come ad un Padre, allora sono anch'io figlio di Dio. Quindi, perché dite che Gesù Cristo è il solo figlio di Dio?
Madame Siaude: Si, noi diciamo di essere come dei 'figli adottivi'. Anche tutti noi siamo figli di Dio ma per adozione.
Srila Prabhupada: Quindi i corpi di questi figli adottivi e il corpo di Gesù non possono essere uguali. Il figlio adottivo, e non il vero figlio, ha un corpo materiale.
Yogesvara: La loro idea è questa: certamente, essendo Gesù il figlio di Dio, il suo corpo è spirituale ma poiché ha voluto prendere parte nella vita degli esseri umani sulla Terra accettò un corpo materiale solamente per vivere tra gli uomini. Srila Prabhupada: Perché avrebbe dovuto accettare?
Donna francese: Ma noi abbiamo un vangelo che dice che quando lui morì che stava soffrendo e un altro che mostra che...
Srila Prabhupada: Ma la sua morte...Tu pensi che morì, ma poi risorse.
Donna francese: Ma il vangelo dice che morì.
Srila Prabhupada: Questo è giusto.
Donna francese: Tu non puoi... Noi accettiamo la totalità della parola del Vangelo, come tu accetti la parola delle tue Scritture.
Srila Prabhupada: No. No, no. La sua "morte" è una morte apparente. Janma karma ca me divyam. Così come la sua nascita dal ventre di Maria. Sembra che sia così ma in effetti non lo è.
Donna francese: No, è molto importante che la morte di Gesù sia una morte reale. Per noi questo è il centro della nostra fede.
Yogesvara: Loro dicono che il punto centrale della loro filosofia è che Gesù morì davvero.
Srila Prabhupada: No, secondo la concezione vedica, neanche gli esseri viventi ordinari muoiono.















TIRUKALUKUNDRAM

Il Tempio delle aquile

Testo e fotografia di Ramaraghava dasa

Ero stato a Tirukalukundram diverse volte e le aquile non le avevo mai viste. Queste aquile che, a quanto si diceva, venivano ogni giorno al piccolo tempio in cima alla collina. Incarnazione di due grandi saggi, da più di duemila anni concedevano il loro darshan misericordioso alle centinaia di pellegrini che lì si radunavano.
Avevo salito i mille gradini e più che dovevano purificare la mia mente materialista, e osservato con delusione il brahmana distribuire il prasadam mai toccato ai fervorosi, che intorno a lui allungavano le mani fornite di banconote per ottenere un po' di quella misericordia che li avrebbe avvicinati alla santità.
Nella mia mente era già deciso: era tutto un imbroglio. L'articolo era già scritto: "Le aquile che non vengono mai", e con toni sarcastici avrei smontato un altro mito al servizio di una casta di brahmana corrotta che si serviva impunemente della credulità della gente per incrementare la propria pecunia. Ne avevo già visti altri esempi.
Ma le foto scattate e sviluppate a Madras si erano rovinate. Dovevo ritornare.
Ero a Mahabalipuram. La giornata era bella e non troppo calda e percorsi in moto quei trenta chilometri di strada deserta con grande piacere.
Già da lontano vedevo il tempietto bianco in cima alla collina, il muro di cinta con le caratteristiche strisce rosse. Salii la lunghissima scalinata cosparsa di mendicanti e arrivai nuovamente a quel posto che conoscevo assai bene. I venditori di bibite che quasi nessuno ignora dopo la tremenda salita. Il tempio che offre una vista affascinante tutt'intorno. I musicisti che chiamano alla cerimonia dell'offerta.
La gente era tanta e aspettava eccitata.
Il brahmana salì sul promontorio con il suo recipiente di bronzo contenente il cibo per le aquile. Passava il tempo e di aquile non se ne vedevano.
C'era un gruppo di italiani che chiedevano che cosa stesse succedendo. E io feci dei commenti scherzosi sulle aquile che non venivano mai.
Mentre scattavo foto della folla in attesa sentii un clamore e mi girai, appena in tempo per vedere di sfuggita un'aquila che spariva dietro il promontorio dove stava il brahmana.
Mi avvicinai e fui fermato da uno dei guardiani.
Feci il giro. Dovevo scattare una foto. Dovevo prenderlo, questo saggioaquila nel quale non avevo mai creduto.
Arrampicandomi su una roccia con mani e piedi, vidi da vicino, da molto più vicino di quello che mi aspettavo, la testa dell'aquila apparire e guardarmi dritto in faccia, per scomparire prima che avessi il tempo di scattare.
Dopo fu tutto come al solito. La distribuzione di prasadam alle mani tese sventolanti banconote.
La lunga discesa.

Prima di partire parlo con gli italiani. Una donna mi avverte del pericolo di viaggiare in moto, di incidenti. Mi sento scosso.

Mi dirigo verso Kanchipuram. Vado piano, per strada non c'è nessuno.
Un ragazzo avanza verso di me in bicicletta nel mezzo della strada. Mi sposto a sinistra, si sposta a sinistra, vado a destra e lui va a destra, come incantato si butta su di me. La moto è più bassa della bicicletta e, quando la colpisco dal basso, il ragazzo parte sparato con la testa in avanti e mi colpisce in faccia, sotto l'occhio.
Ho la visione di una testa d'aquila che mi osserva beffarda da dietro una roccia.
Il ragazzo non si è fatto niente, ma la mia faccia è aperta e il sangue bagna i vestiti.
Sono intontito. Mi dirigo verso Madras, ma i contadini stanno asciugando il grano sulle strade, che sono diventate molto scivolose. Cado due o tre volte e vedo sempre quell'occhio tondo che mi guarda ironico.
A Madras, a casa di Dvija, un devoto amico, c'è un dottore che mi mette a posto la faccia.
Da quel giorno credo ai saggiaquila.

Post scriptum: Di come è possibile che delle aquile siano dei grandi saggi e che la gente, vedendole, si avvicini a Dio.
Hare Krishna.



Figure:

Il sacerdote (brahmana) che aspetta le aquile con l'offerta del cibo.

Distribuzione di cibo (prasada) dopo che le aquile hanno mangiato.















SRIMADBHAGAVATAM

Tra tutte le scritture Vediche il più illuminante
testo che descrive la Personalità di Sri Krsna

Scritture Vediche



SrimadBhagavatam

Primo Canto: La creazione

Continua la pubblicazione dello SrimadBhagavatam, il grande classico della spiritualità scritto cinquemila anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.
Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana in base a questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.



Scritture Vediche

Capitolo 8, Le Preghiere della Regina Kunti




VERSO 36


srnvanti gayanti grnanty abhiksnasah
smaranti nandanti tavehitam janah
ta eva pasyanty acirena tavakam
bhavapravahoparamam padambujam

srnvanti: ascoltano; gayanti: cantano; grnanti: prendono; abhiksnasah: continuamente; smaranti: si ricordano; nandanti: prendono piacere in; tava: Tue; ihitam: attività; janah: gli uomini; te: essi; eva: certamente; pasyanti: possono vedere; acirena: molto presto; tavakam: i Tuoi; bhava-pravaha: il flusso delle nascite ripetute; uparamam: termine; padaambujam: piedi di loto.



TRADUZIONE

O Krsna, colui che senza fine ascolta canta e ricorda i Tuoi divertimenti trascendentali, o si allieta nel vedere gli altri farlo, potrà certamente contemplare i Tuoi piedi di loto, atto che da solo fermerà la ripetizione delle nascite e delle morti.



SPIEGAZIONE

I nostri occhi attuali, condizionati dalla materia, non ci permettono di vedere Sri Krsna, il Signore Supremo. Per conoscerLo è necessario purificare la nostra visione, adottando un sistema di vita capace di risvegliare pienamente il nostro amore spontaneo per Lui. Anche quando Sri Krsna Si trovava personalmente sulla Terra non tutti furono capaci di riconoscere in Lui il Signore Supremo. Materialisti come Ravana, Hiranyakasipu, Kamsa, Jarasandha, Sisupala e altri, tutti in possesso di grandi poteri materiali, furono incapaci di apprezzare la presenza del Signore. Ciò indica che senza una visione adeguata è impossibile vedere il Signore realmente, anche se Egli fosse presente di fronte ai nostri occhi. E questa visione può essere sviluppata soltanto con la pratica del servizio di devozione, che inizia con l'ascolto delle glorie del Signore da fonti autorizzate. Succede talvolta che pur adottando questa pratica, pur studiando la Bhagavadgita, che è universalmente ascoltata cantata e ricordata, non si riesca a vedere direttamente il Signore. Bisogna considerare infatti la qualità dell'ascolto (sravana), che costituisce il primo elemento della pratica devozionale. Se si ascolta da un maestro qualificato, ciò porterà rapidamente i suoi frutti; ma se, come spesso avviene, si ascolta da oratori o scrittori non autentici, che pur essendo molto eruditi sul piano materiale non osservano i principi del servizio di devozione, quell'ascolto non rappresenterà altro che una pura e semplice perdita di tempo. Questi falsi maestri osano perfino interpretare i Testi sacri secondo la moda, allo scopo di servire i loro interessi. Il primo passo sulla via del servizio di devozione consiste dunque nel trovare un maestro competente, qualificato, e nell'ascoltarne gli insegnamenti. Quando l'ascolto è perfetto e completo le altre attività del servizio di devozione raggiungono automaticamente la loro perfezione.
Innumerevoli sono i divertimenti sublimi del Signore, e ascoltare la narrazione di uno qualsiasi di essi è sufficiente per raggiungere la perfezione ultima, ma a condizione che l'ascolto sia perfetto. Lo SrimadBhagavatam inizia col descrivere le attività del Signore con i Pandava. In seguito saranno
narrati numerosi altri divertimenti con altri devoti, e anche con asura; infine, nel decimo Canto, troveremo la descrizione dei Suoi legami amorosi, puri e felici, con le gopi di Vrndavana e con le Sue spose a Dvaraka. Poiché il Signore è assoluto, tutti i Suoi divertimenti partecipano della stessa natura trascendentale; ma coloro che intraprendono vie d'ascolto non autentiche s'interessano più alle attività del Signore con le gopi che agli altri Suoi divertimenti. Tale tendenza è indice dei desideri lussuriosi che animano questi ascoltatori. Un narratore autentico dei divertimenti del Signore non cede mai ai capricci di coloro che, guidati dalla lussuria, desiderano prestarsi a tale ascolto. Si devono ascoltare i divertimenti del Signore nell'ordine in cui sono descritti nello SrimadBhagavatam o nelle altre Scritture, perché solo così l'ascoltatore raggiungerà la perfezione, con uno sviluppo progressivo. Non bisogna considerare le attività del Signore insieme con i Pandava meno importanti dei Suoi divertimenti con le gopi. Dobbiamo sempre ricordare che il Signore è al di là di ogni attaccamento materiale e non agisce mai allo stesso livello delle anime condizionate. In tutti i Suoi divertimenti Egli è l'eroe, e l'ascolto di ciò che riguarda Lui, i Suoi devoti o coloro che combatterono dalla Sua parte o anche contro di Lui è favorevole alla vita spirituale. E' detto che i Veda, i Purana e tutte le altre Scritture vediche sono state date all'uomo per offrirgli l'occasione di ravvivare la sua relazione, ora dimenticata, con il Signore. Ascoltare il messaggio di queste Scritture è essenziale.



VERSO 37


api adya nas tvam svakrtehita prabho
jihasasi svit suhrdo nujivinah
yesam na canyad bhavatah padambujat
parayanam rajasu yojitamhasam

api: se; adya: oggi; nah: noi; tram: Tu; svakrta: da Te stesso; ihita: tutti i doveri; prabho: o Signore; jihasasi: Tu abbandoni; svit: possibilmente; suhrdah: amici intimi; anujivinah: che vive per la misericordia di; yesam: di cui; na: non; ca: e; anyat: chiunque; bhavatah: i Tuoi; pada-ambujat: piedi di loto; parayanam: dipendente; rajasu: ai re; yojita: impegnati in; amhasam: inimicizia.



TRADUZIONE

Tutto, mio Signore, fu compiuto da Te. Ci lascerai oggi, noi che dipendiamo completamente dalla Tua misericordia, noi che davanti all'ostilità che ci mostrano ora tutti i re non abbiamo altro rifugio che i Tuoi piedi di loto?



SPIEGAZIONE

I Pandava hanno l'incomparabile fortuna di trovarsi sotto la completa dipendenza del Signore e della Sua misericordia. Infatti, se nel mondo materiale dipendere dagli altri rappresenta la più grande sfortuna, sul piano della relazione trascendentale che ci unisce a Dio, vivere sotto la Sua completa dipendenza è la più grande fortuna. In questo mondo noi soffriamo di febbre materiale perché crediamo alla nostra totale indipendenza. Ma la natura crudele non ci permette di diventare indipendenti. L'illusorio tentativo di agire indipendentemente dalle rigide leggi della natura in cui si muove l'universo intero è alla base dello sviluppo materiale della conoscenza sperimentale. Da Ravana, che volle erigere una scala che conducesse direttamente ai pianeti celesti, all'uomo moderno, che cerca di raggiungere altri sistemi planetari con vari mezzi meccanici ed elettronici, gli esseri condizionati si sforzano artificialmente di vincere le leggi della natura. Essi ignorano la più alta perfezione della civiltà umana: agire con ardore sotto la direzione del Signore imparando a dipendere totalmente da Lui. I Pandava ci offrono l'esempio migliore: essi dipendevano totalmente dalla volontà del Signore, Sri Krsna, ma non per questo vivevano come parassiti; erano tutti altamente qualificati, sia per il loro carattere che per il loro modo di agire, tuttavia si affidavano alla misericordia del Signore in ogni circostanza, sapendo bene che tutti gli esseri sono dipendenti per natura. E' evidente, dunque, che la perfezione dell'esistenza si raggiunge quando si diventa dipendenti dalla volontà del Signore, e certamente non attraverso l'illusione di potersi rendere indipendenti da tutto.
Si dice anatha, "senza protettore", colui che inutilmente cerca di vivere fuori dalla volontà del Signore, mentre sanatha, "protetto", colui che si affida interamente alla Sua volontà. Dobbiamo dunque agire con lo scopo di diventare sanatha, sempre protetti dai mali dell'esistenza materiale. Sotto l'influenza illusoria dell'energia materiale dimentichiamo che l'esistenza condizionata rappresenta la più indesiderabile fonte di disagio. Perciò la Bhagavadgita (7.19) c'insegna che dopo numerose nascite l'uomo può avere la fortuna di prendere coscienza che Vasudeva è tutto ciò che esiste e che il miglior modo di condurre la propria vita è quello di abbandonarsi completamente a Lui. Questo è il sintomo di un mahatma.
Nella dinastia Pandava, dove Maharaja Yudhisthira era il maggiore, e la regina Kuntidevi la madre, tutti erano mahatma anche nella vita familiare. Perciò gli insegnamenti della Bhagavadgita e di tutti i Purana, e specialmente del Bhagavata Purana, sono direttamente legati alla storia dei Pandava, grandi mahatma. Essi dipendevano dal Signore come un pesce dipende dall'acqua, e la separazione dalla Sua Persona fu per loro un grande dolore. Srimati Kuntidevi si sentiva come colpita dalla folgore, e tutta la sua preghiera mira a persuadere il Signore a rimanere vicino ai Pandava.
Nella battaglia di Kuruksetra erano morti tutti i re ostili, ma erano rimasti i figli e i nipoti a vendicare i loro padri, e i Pandava erano ancora in pericolo. Non è questo un caso eccezionale; tutti gli uomini si trovano continuamente di fronte all'ostilità degli altri esseri, e l'unico vero mezzo per proteggersi, per vincere tutti i mali dell'esistenza materiale, è dipendere completamente dalla volontà del Signore.
(Continua sul prossimo numero)















Alimentazione Vegetariana

Cucinare con Arte

di Saiva Devi Dasi

Sebbene possa sembrare strano, spesso succede che alle cose molto importanti della nostra vita non diamo il tempo e l'attenzione che meritano. Uno degli aspetti più comuni del nostro vivere quotidiano è la preparazione del cibo. Dalla nostra abilità culinaria dipendono tante cose. Come e cosa mangiamo influenzano in modo determinante la nostra salute fisica la quale poi a sua volta condiziona realtà essenziali come per esempio il rendimento sul lavoro, le relazioni in famiglia, il nostro stato d'animo. Quando una persona sta sempre male, si sente spesso stanca e ha dolori dappertutto è naturale che diventi nervosa e per questo non sarà una compagnia piacevole per coloro che la circondano. Questo renderà la vita ancora più complicata. Il nostro nervosismo quotidiano può dipendere dalla cattiva digestione o, viceversa, si può digerire male a causa del nervosismo. Quindi quello che dobbiamo fare è cambiare radicalmente la nostra relazione col cibo.
Il primo passo è quello di diventare definitivamente vegetariani. Del perché e del come abbiamo parlato spesso e dettagliatamente. Il passo successivo è quello di informarsi sulla creazione di combinazioni alimentari che siano complete di tutti gli elementi necessari ad una dieta equilibrata e sana. In poche parole occorre sviluppare una certa cultura alimentare: sapere dove acquistare gli ingredienti più idonei ed essere in grado di decidere autonomamente cosa mangiare e non mangiare evitando di rimanere influenzati dai bombardamenti pubblicitari. Vorrei sottolineare che, nonostante possa sembrare eccessivo dare tutta questa importanza alla nostra alimentazione, è indispensabile assegnare ad essa il giusto valore mettendo molta attenzione, soprattutto all'inizio della nuova pratica alimentare, al fine di formarci un comportamento che non richieda, successivamente, nessuno sforzo. Tutti hanno diritto di sapere come mangiare e una tale educazione dovrebbe essere impartita sin dalla più tenera età.
Cucinare è un'attività molto creativa e soprattutto un modo semplice e bello per dimostrare amore verso gli altri. Il cibo che cuciniamo assorbe le "vibrazioni" che emettiamo. In altre parole se entriamo in cucina tranquilli e con la mente calma e positiva, il cibo da noi cucinato avrà molto probabilmente un aspetto e un gusto migliori.
Ricordatevi che il cibo preparato in questo modo può essere offerto a Sri Krsna e venire così spiritualizzato. Cercate di cucinare pensando a quello che state facendo. Tenete la vostra cucina pulita e ordinata, preparate cose semplici e ben saporite, col tempo abituatevi a non usare più le ricette scritte e a dare sfogo alla vostra creatività esplorando da soli il mondo dell'arte culinaria. Se qualche cosa non vi viene bene non scoraggiatevi e tentate di nuovo in un altro momento.
Abbiamo già parlato del fatto che la digestione inizia dal momento in cui vediamo il cibo. E' quindi lecito dire che "l'occhio vuole la sua parte" e che il cibo ben decorato è più gustoso. Di decorazione finali possiamo parlare in un'altra occasione, vediamo invece adesso come si può tagliare la verdura in tanti modi divertenti prima di cucinarla.



Ecco alcuni esempi:

1) Taglio diagonale: la forma dei pezzi tagliati dipende dall'angolo nel quale si trova il nostro coltello.

2) Taglio triangolare: tagliate la carota cambiando posizione del coltello facendo così piccoli triangoli.

3) Mezza luna: tagliate la carota a metà per il lungo, poi tagliatela a fette sottili.

4) Cubettini: adatto per patate e carote.

5) Bastoncini: affettate la carota o la patata e tagliate poi le fette a forma di sottili bastoncini.

6) Fiore: fate i pezzi lunghi 34 cm e poi tagliate con il coltello dall'alto facendo una specie di rete lasciando la parte inferiore intatta. Mettete a bagno nell'acqua fredda prima di cucinarli per aiutare il "fiore" ad aprirsi.

7) Rettangoli: pezzi di 23 cm tagliati per il lungo a forma di rettangoli.

8) Stelle: per tutta la lunghezza della carota fate dei piccoli canali (45) non molto profondi, poi affettate la carota.

9) Quarti di cilindri: tagliate per il lungo in quattro parti uguali una carota e poi affettatela.

10) Scaglie: tagliate una carota a scaglie.

Prendendo spunto da queste immagini date spazio alla vostra creatività e alla vostra fantasia, trovando sempre nuovi modi per rendere più belle le vostre ricette. Buon divertimento!

Questa rubrica è curata da Saiva devi dasi, esperta di cucina e alimentazione vegetariana. Conduce corsi di cucina ed esprime la sua abilità culinaria vegetariana da oltre dieci anni.















NOVITA'

Alta Cucina Vegetariana

di Kurma dasa

Niente carne, né pesce, né uova? Cosa mai resterà da
mangiare? Questo libro è la risposta per coloro che vogliono cambiare il modo di alimentarsi senza sacrificare i sapori di una cucina ricca affascinante e salutare!
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SCIENZA E SCIENZA

Mitologia Razionale

Vacillano le roccheforti della scienza

(Quarta e ultima Parte)

di Sadaputa Dasa



La storia della 'ghirlanda miracolosa' va un passo più avanti. In questo caso si parla di materializzazione di un oggetto realmente tangibile. Ciò può sembrare fantastico, ma esiste una vasta letteratura riguardo alla materializzazione e ai fenomeni relativi ad essa. Per esempio, Stephen Braude, professore di filosofia all'Università del Maryland, ha affermato che molti casi di presunta materializzazione causati da medium, sono sostenuti da solide prove empiriche tanto da suscitare un interesse scientifico per uno studio ed un esame dei vari casi.
Se le materializzazioni effettuate da soggetti che operano nel campo del paranormale possono essere reali, perché non potrebbero esserlo le materializzazioni di ghirlande di fiori compiute da persone sante?
Questo concetto ci conduce alla terza storia. Sebbene questa storia possa sembrare "fuori dal mondo", esistono molti racconti simili a questo in cui una persona con poteri mistici sembra entrare nel nostro quotidiano per compiere delle azioni e poi sparire. Un esempio di questa dinamica è fornito da una storia tratta dalla Caitanyacaritamrta, nella quale Krsna, nelle vesti di un bambino, avvicinò il santo Madhavendra Puri e gli porse una ciotola di latte per poi sparire misteriosamente. Madhavendra Puri bevve il latte contenuto nella ciotola mostrando con ciò che esso era autentico. Più tardi, quella notte, ebbe un sogno nel quale Krsna rivelava l'ubicazione della Divinità di Gopala che era stata, in origine, istallata da Vajra, il nipote di Krsna, e successivamente nascosta durante le aggressioni musulmane.
La storia delle mani ustionate, della ghirlanda miracolosa e della visita trascendentale sono progressivamente sempre più difficili da accettare da un punto di vista scientifico. Ma è difficile capire e tracciare una linea di demarcazione tra le storie che potrebbero essere vere e quelle che  per certo  non possono esserlo. D'altra parte tutte queste storie sembrano suggerire uno scambio energetico tra energia spirituale e energia materiale che potrebbe aggiungere un importante nuovo capitolo alla nostra conoscenza scientifica se solo venisse studiato adeguatamente.
Quando studiamo un corpo che sia empiricamente evidente, lo valutiamo sempre con i nostri presupposti limitanti. Alla fine, la conclusione che deriva dalla prova può riflettere le nostre valutazioni, limitanti tanto quanto la prova stessa. Sebbene la prova rimanga uguale, se i presupposti cambiano, cambieranno anche le conclusioni.
Consideriamo cosa potrebbe accadere se tutte le attestazioni disponibili riguardanti la storia dell'esperienza umana fossero studiate, non attraverso il razionalismo del diciannovesimo secolo, ma attraverso una nuova scienza in cui le trasformazioni spirituali della materia fossero considerate una reale possibilità. Il risultato potrebbe essere un quadro del passato completamente differente da quello attualmente accettato dagli studiosi. Per un certo verso le obiezioni espresse da Sir William Jones riguardo la storia dei fratelli Pandava possono non sembrare così gravi. Se degli esseri superiori sono in grado di entrare nel nostro continuum vitae da un altro regno, gli esseri umani potrebbero ben discendere da tali esseri. Il nuovo quadro del passato potrebbe dimostrarsi molto più compatibile con i tradizionali insegnamenti spirituali rispetto a quello che attualmente prevale.
All'epoca di Vivekananda e di Bhaktivinoda Thakura la meccanica e la scienza riduzionista, sembravano ottenere un trionfo dopo l'altro e molta gente credeva che presto avrebbero trovato una spiegazione per ogni cosa. Ma nel tardo ventesimo secolo questa marcia trionfale si è pressoché arrestata su molti fronti.
La fisica, per esempio, nel 1890 sembrava un argomento chiuso ma nei primi decenni del ventesimo secolo, con lo sviluppo della teoria della relatività e della meccanica dei quanti, entrò in una fase di paradossi e misteri. I misteri della meccanica dei quanti continuano ad ispirare gli scienziati a contemplare idee che all'inizio del secolo sarebbero apparse oltraggiosamente mistiche. Ed ora i fisici hanno dovuto scontrarsi con ostacoli ancora più seri.
Gli audaci architetti delle teorie fisiche universali stanno recentemente comprendendo che queste teorie non potranno mai essere adeguatamente provate dagli esperimenti. Così il fisico Howard Georgi di Harvard descrive la moderna fisica teoretica come "teologia matematica ricreativa".
Verso la metà del ventesimo secolo, gli scienziati dell'informatica credevano di essere sul punto di dimostrare la meccanicità del pensiero soddisfacendo così il sogno che La Mettrie fece nel diciottesimo secolo dell'uomo come macchina.
Ma più recentemente, anche se i computer si sono perfezionati ulteriormente, il sogno di simulare l'intelligenza umana sembra allontanarsi sempre più.
Con la scoperta del DNA da parte di Watson e Crick nel 1953, molti scienziati pensarono che il segreto ultimo della vita fosse stato loro rivelato. Da allora i biologi molecolari hanno avuto un grande successo nel far luce sui meccanismi delle cellule viventi. Ma non appena i biologi molecolari rivelano l'incredibile complessità di questi meccanismi ad alta precisione, la spiegazione dell'origine della vita sembra progressivamente più difficile da raggiungere.
Queste sono solo alcune delle molte aree in cui il programma del riduzionismo meccanico sembra raggiungere gli ultimi limiti mentre il ventesimo secolo volge al termine. Forse come risultato di questi sviluppi molti scienziati stanno mostrando interesse nel rivalutare le idee teoretiche e le aree di ricerca che sono state tradizionalmente ritenute tabù.
Adesso troviamo organizzazioni di scienziati che studiano apertamente i fenomeni al confine tra la fisica e i regni del misticismo e del paranormale.
Esempio di ciò sono l'Associazione Internazionale per le Nuove Scienze (IANS), la Società per le Esplorazioni Scientifiche (SSE), l'Istituto della Scienza Noetica (IONS), e la Società Internazionale per lo Studio delle Energie Sottili e della Medicina Energetica (ISSSEEM). Tutte queste istituzioni sponsorizzano regolari conferenze scientifiche.
Alcuni dei fenomeni che essi studiano sono molto simili ai fenomeni "mitici" così spesso riportati nei testi religiosi e in recenti descrizioni di esperienze religiose. Un'interazione sinergia tra studiosi di religione e nuove organizzazioni scientifiche si potrebbe dimostrare una fonte preziosa di nuova ispirazione per entrambi i gruppi di ricerca.







La diretta presentazione degli insegnamenti vaisnava

Abbiamo discusso come Bhaktivinoda Thakura reputò necessario presentare ai giovani intellettuali bengali, nel periodo dell'apice dell'imperialismo ideologico e politico britannico, una versione modificata degli insegnamenti vaisnava. Ma non appena il sole cominciò a tramontare sull'Impero britannico, il suo successore e figlio Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati dette inizio a un vigoroso programma di presentazione diretta delle conclusioni vaisnava attraverso tutta l'India.
Questo programma fu continuato all'estero dal suo discepolo A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada il quale audacemente celebrò l'antico festival del Rathayatra di Jagannatha Puri a Londra, in Trafalgar Square.
Nel mutato clima dell'opinione scientifica del tardo ventesimo secolo, potrebbe essere arrivato il momento di introdurre apertamente gli insegnamenti della bhakti nel mondo delle comunità intellettuali. Gli stridenti conflitti di una volta tra razionalismo e tradizione religiosa potrebbero scomparire, e le scienze diventerebbero più aperte allo studio dei fenomeni mistici.
Ciò rende possibile un approccio alla religione che sia intellettualmente accettabile e allo stesso tempo soddisfi l'innato desiderio d'amore dell'anima in una relazione trascendentale.
Questo genera una possibile obiezione. Potrebbero gli insegnamenti vaisnava, con la loro particolare enfasi su Krsna descritto come il Supremo, essere colpevoli di un settario disprezzo per le altre religioni? La risposta è che di certo tutte le dottrine possono essere presentate in modo restrittivo e settario. Ma come Bhaktivinoda Thakura mostrò nel suo saggio sul Bhagavata, gli insegnamenti vaisnava sono di vedute molto aperte e riconoscono il valore delle altre religioni.
La seguente preghiera mostra il sinergismo del Bhagavata con le altre religioni:
"O mio Signore, i Tuoi devoti possono vederTi con le orecchie attraverso la funzione dell'ascolto da fonti autorizzate e in questo modo il loro cuore si purifica e Tu ne fai il Tuo seggio. Tu sei così misericordioso verso i Tuoi devoti che Ti manifesti nella particolare forma eterna di trascendenza nella quale essi Ti pensano sempre." Questo verso afferma che Dio appare ai Suoi devoti che Lo adorano in molte differenti forme secondo i loro desideri.
Queste forme includono gli avatara di Krsna descritti nei testi vaisnava tradizionali ma non si limitano ad essi.
Infatti è detto che le espansioni di Dio, la Persona Suprema sono innumerevoli e che non possono essere pienamente descritte nelle scritture limitate di alcuna comunità religiosa.
Il verso seguente dà un'idea delle diverse comunità religiose dell'universo come sono descritte nel Bhagavata:
"Dagli antenati guidati da Brgu Muni e da altri figli di Brahma nacquero molti figli e discendenti i quali assunsero diverse forme fra cui quelle di dei, demoni, esseri umani, Guhyaka, Carana, Kindeva, Kinnara, Naga, Kimpurusa e così via.
Tutte le diverse specie dell'universo, insieme ai rispettivi capi, apparvero con differenti nature e desideri generati dalle tre influenze della natura materiale. Perciò, nell'universo ci sono differenti tipi di esseri viventi, ci sono anche molti riti vedici, molti mantra e numerose ricompense".
Questa affermazione è esplicitamente "mitologica" e si può chiaramente immaginare come Sir William Jones avrebbe potuto reagire. Eppure offre una grandiosa immagine di innumerevoli razze e
società che vivono nell'universo le quali possiedono metodi religiosi adatti alle loro particolari nature. Qui la parola "vedico" non può essere limitata ai particolari testi sanscriti che esistono oggigiorno in India.
Piuttosto si riferisce alla totalità delle religioni rivelate dall'infinita Persona divina al fine di elevare le innumerevoli razze che sono state divinamente create.
Certamente, la prerogativa che distingue gli insegnamenti vaisnava consiste nel fatto che Dio sia una persona reale e che anche la Sua variegata creazione sia personale. Così l'accostamento vaisnava alla liberalità religiosa consiste nel considerare tutte le religioni autentiche in quanto reali rivelazioni divine. In modo analogo gli insegnamenti vaisnava sull'amore per Dio, hanno l'obiettivo di stabilire una relazione di servizio d'amore tra la reale anima individuale e Dio la Persona Suprema, autore di vere e proprie opere trascendentali.















MAHA BHARATA

Il più grande trattato epico della Storia
compilato in lingua sanscrita

Tradotto dal sanscrito da Hrdayananda Gosvami, e reso in lingua italiana da Matsya Avatara Dasa



(Continua dal numero precedente)

Al Signore della folgore, guardiano dei pianeti, vincitore di Vrtra, distruttore di Namuci, la nobile anima che si veste con due abiti scuri, colui che distingue la verità dall'illusione, che ha ottenuto come suo destriero il cavallo primigenio nato dal mare e reso potente dal fuoco, a lui sempre mi inchino. Al signore degli universi, signore dei tre mondi, che mette in fuga le schiere dei nemici. Offro i miei omaggi a Indra!"
Quando Uttanka ebbe concluso le sue preghiere l'uomo a cavallo gli disse: "Mi hai soddisfatto con le tue preghiere. Cosa posso fare per te?"
Uttanka rispose: "Che i Naga siano posti sotto il mio controllo".
"Soffia in questo cavallo attraverso la sua aria vitale" disse l'uomo. Non appena Uttanka soffiò nel cavallo, da ogni apertura del suo corpo uscirono fiamme e fumo che minacciarono di avviluppare l'intero regno dei serpenti. Impaurito, confuso e divenuto umile, Taksaka, presi subito i due orecchini, uscì dalla propria casa dicendo a Uttanka: "Ti prego signore, eccoti gli orecchini".
Uttanka li riebbe indietro, ma poi ricordò: "Oggi è quel giorno speciale per cui la moglie del mio maestro avrebbe voluto il regalo. Poiché sono venuto da molto lontano come potrei tornare in tempo?"
Mentre stava pensando a questo, l'uomo gli disse:
"Uttanka, sali su questo cavallo. Lui ti trasporterà in un lampo a casa del tuo maestro".
Uttanka accettò l'offerta e sul dorso del cavallo tornò a casa. La moglie del suo guru aveva già fatto il bagno e si stava preparando per la cerimonia di quel giorno.
Mentre si acconciava i capelli pensava: "Uttanka non è ancora tornato" e si accingeva perciò a maledirlo. Proprio in quel momento Uttanka entrò, e salutandola le offrì gli orecchini. Ella disse: "Uttanka, sei arrivato giusto in tempo. Benvenuto, figlio mio. Stavo per maledirti ma ora la tua buona fortuna è assicurata, otterrai grande successo nella vita".
Poi Uttanka salutò il suo maestro che gli disse: "Mio caro Uttanka, benvenuto! Che cosa ti ha impegnato così a lungo?" Uttanka rispose: "Signore, Taksaka, il re Naga, mi ha creato dei problemi, per cui sono dovuto andare nella terra dei Naga. Là ho visto due donne che tessevano una stoffa sopra un telaio con fili bianchi e neri. Che cos'era? Ho visto anche sei ragazzi che giravano una ruota con dodici raggi. Che cosa poteva significare? Ho visto anche un uomo, chi era costui? Che cos'era quel cavallo imponente ed insolito? Inoltre, mentre ero in viaggio per il regno di Pausya ho visto sulla strada un toro enorme con un uomo in groppa. L'uomo, in maniera educata, mi disse: 'Uttanka, mangia lo sterco di questo toro; dopo tutto, anche il tuo maestro ne ha mangiato'.
Sentendo ciò anch'io ho accettato di mangiarne. Vorrei capire cosa significa tutto questo".
A questa richiesta il maestro rispose: "Quelle due donne sono il Destino e il Fato, i fili bianchi e neri sono i giorni e le notti. I sei ragazzi che girano la ruota sono le sei brevi stagioni e la ruota è il ciclo di un anno i cui dodici mesi sono i raggi della ruota stessa. Il bell'uomo è Parjanya, deva della pioggia; il cavallo è Agni, deva del fuoco. Il toro che hai visto mentre ti recavi nel regno di re Pausya è l'elefante celeste Airavata e l'uomo che lo cavalcava è il signore Indra. Lo sterco che hai mangiato in realtà è il nettare dei deva. Siccome hai avuto fede e hai mangiato quel nettare divino non hai potuto essere sconfitto nel regno dei serpenti. Indra è mio amico, e per sua misericordia hai potuto recuperare gli orecchini e ritornare sano e salvo.
Ora, mio caro allievo, puoi andare con le mie benedizioni. Avrai buona fortuna".
Uttanka, superati con successo gli studi in gurukula e ricevuto il permesso del maestro, era ancora in collera con Taksaka e, voglioso di vendicarsi dell'offesa per causa sua patita, partì per Hastinapura. Uttanka, brahmana fra i più preparati, raggiunse presto Hastinapura e andò ad incontrare re Janamejaya che era appena tornato da una campagna vittoriosa in Taksasila.
Uttanka vide l'invincibile monarca Kuru attorniato dai suoi ministri e, dirigendosi verso di lui, gli offrì le tradizionali benedizioni per le sue continue vittorie sui nemici poi, esattamente al momento propizio, con voce suadente gli disse: "Migliore dei re, pur essendoci un dovere urgente da compiere, innocente come un bimbo il più bravo dei monarchi se la spassa occupandosi di altro".
Sentendo ciò il re rese onore all'ospite secondo le usanze e poi replicò: "Seguendo con scrupolosa attenzione le necessità di ogni creatura, adempio in maniera soddisfacente ai miei doveri di governante. Però, se qualcos'altro c'è che deve essere fatto, per favore dimmelo. Migliore dei brahmana, sono impaziente di ascoltarti".
Interrogato da quel nobile governante, il saggio, altrettanto nobile e pio, disse infine al potente monarca, con esattezza, ciò che si doveva fare.
"Re dei re", disse Uttanka, "è stato Taksaka ad uccidere tuo padre, tu adesso devi fargliela pagare a quel serpente malvagio. A quanto pare è giunto il momento di adempiere a un dovere prescritto nei testi vedici. Adesso devi mostrare amore e gratitudine verso tuo padre che era un'anima nobile. Quel serpente dalla mente diabolica ha morsicato tuo padre che non lo aveva mai offeso. Tuo padre, il re, è stato abbattuto come un albero schiantato dalla folgore. Taksaka è il più degradato dei serpenti ed è gonfio di orgoglio per la sua cosiddetta forza. Quell'essere peccaminoso, mordendo tuo padre, ha osato fare ciò che non avrebbe mai dovuto fare. Egli ha ucciso un re che portava avanti la più nobile tradizione della sua santa famiglia, un re al di sopra di ogni confronto. Inoltre, quando Kasyapa tentò di salvare tuo padre dalla morte, il peccaminoso Taksaka lo mandò via.
Maharaja, devi bruciare quel peccatore nelle fiamme del sacrificio! Fa che ci sia il sacrificio [per annientare la razza] dei serpenti e sii tu colui che lo farà! Sire, in questo modo tu onorerai degnamente tuo padre ed io otterrò ciò che più intensamente desidero. Re senza peccati, governante della Terra, mentre servivo il mio guru con tutto il mio impegno, quel malvagio, senza alcuna ragione, ha ostacolato la mia strada".
A queste parole, il re sentì montargli dal di dentro una terribile collera contro Taksaka. Come l'offerta di burro chiarificato fa divampare il fuoco del sacrificio così fecero le parole di Uttanka e il cuore di Janamejaya si infiammò di rabbia. Soffrendo per la morte del padre, in presenza di Uttanka il re chiese ai suoi saggi ed anziani ministri delucidazioni sulla dipartita di suo padre per la dimora spirituale. Proprio così: quando quel grande re seppe da Uttanka della morte di suo padre, fu sommerso da un amaro dolore.







Cap. 4

Il figlio di Romaharsana, Suta, famoso per la conoscenza delle storie sacre note come Purana, andò nella foresta di Naimisaranya a trovare i saggi che assistevano il loro maestro Saunaka nella celebrazione di un sacrificio che sarebbe durato dodici anni. Suta si era impegnato con grande dedizione nello studio delle storie dei Purana, conseguendo una conoscenza profonda.
Con grande rispetto, inchinandosi a mani giunte, chiese ai saggi: "Che cosa desiderate ascoltare? Di cosa vorreste che vi parlassi?"
I saggi risposero: "Figlio di Romaharsana, ti chiediamo di parlarci della somma verità. Siamo impazienti di ascoltare argomenti che riguardano il Signore Supremo, però, per favore, aspettiamo l'eccelso Saunaka che al momento sta curando il fuoco del sacrificio. Lui è esperto di argomenti spirituali e di tutto ciò che riguarda i deva, i demoni, gli umani, i Serpenti e i Gandharva. Saunaka è la guida della nostra comunità per il compimento di questo sacrificio. E' un brahmana esperto ed erudito, rigoroso nei suoi voti, saggio e ricco di qualità per insegnare le Scritture vediche come le Aranyaka. E' onesto, sereno, austero, rigoroso nelle sue discipline spirituali ed è quindi il più elevato e rispettato tra noi. Perciò, prima di tutto, teniamo in considerazione qual è l'argomento che lui preferisce fra quelli da noi scelti poi, dopo che il nostro maestro si sarà seduto sul seggio di maggior prestigio, allora potrai parlare di qualunque cosa ti verrà chiesta da quel brahmana eccelso".
Suta Gosvami rispose: "Così sia. Quando quell'illustre guru si sarà seduto e mi farà delle domande, enuncerò diversi argomenti sacri".
Saunaka, il migliore dei brahmana, portati a compimento tutti i suoi doveri nell'ordine prescritto, dopo aver propiziato i deva col canto di inni sacri (mantra vedici) e gli antenati con offerte di cibo, si avvicinò a quei saggi illuminati che, con Suta Gosvami dinanzi, erano seduti per terra nell'arena del sacrificio.
Vedendo che i membri dell'assemblea, tutti rigorosi nei loro voti, si erano già seduti, Saunaka, il capo di quel gruppo di santi, si sedette a sua volta e parlò a Suta Gosvami.
Disse Saunaka: "Caro figlio, tuo padre ha studiato tutte le storie sacre. O figlio di Romaharsana, le hai studiate tutte anche tu? Queste antiche storie sono racconti spirituali, collegati alla prima generazione di saggi e come tali vengono tramandati sin dall'antichità. In passato noi li ascoltammo da tuo padre. Fra tutti vorrei ascoltare per primo quella della dinastia di Bhrgu, il brahmana originario.
Ti prego, raccontaci questa storia, siamo desiderosi di sentirla da te". Suta Gosvami disse: "Migliore fra i brahmana, quelle storie che in passato furono attentamente studiate e ripetute da grandi saggi come Vaisampayana, sono state scrupolosamente studiate anche da mio padre e da me.
Ascolta dunque dell'illustre dinastia di Bhrgu, tu che ne sei un suo caro discendente. Perfino i deva, di cui Indra è il condottiero, onorano questa dinastia e lo stesso fanno Agni, signore del fuoco e Vayu, controllore del vento. Ti descriverò la storia della dinastia Bhrgu, o brahmana, così com'è negli antichi racconti, o grande saggio.
(Continua nel prossimo numero)















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Fine del numero di luglio-agosto 1996.